QUALE PROGETTO PER IL TEATRO? PER IL MOMENTO NESSUNO

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La conferenza stampa indetta dal CdA del teatro Giuditta Pasta, in una sala Nevera gremita, ha confermato quanto era noto a chiunque si sia di recente interessato dei destini del teatro di Saronno: la giunta Fagioli non ha nessun progetto per ridurre i costi e nessun progetto culturale.
Questo è quanto emerge dalle dichiarazioni del presidente Domenico Mecca, che ha riferito di incontri basati solo su una riduzione del contributo del Comune e su idee buttate sul tavolo in maniera estemporanea. Sfortunatamente, organizzare e far rendere economicamente un teatro è un’impresa che necessita di competenze, programmazione e visione, e non è detto che nemmeno in questi casi si raggiunga l’obiettivo.
Il compito, infatti, ha dei nodi molto difficili da sciogliere come la valorizzazione di sette dipendenti a tempo indeterminato, una sala troppo piccola per essere redditizia, trovare soluzioni per far lavorare la struttura nei giorni non di spettacolo. Lavorare sul teatro vuol dire misurarsi con queste e molte altre problematiche. Senza un progetto serio, non c’è alcuna possibilità di riuscirci mantenendo l’elevato livello attuale dell’offerta.
Ora che il CdA si è dimesso – a causa di un ammanco di 50000 euro nel contributo che il Comune darà nel 2016, che a giudizio dei dimissionari rende impossibile il mantenimento della struttura organizzativa e della qualità della stagione – al sindaco Alessandro Fagioli non resterà che nominarne uno nuovo con persone di sua fiducia.
È senz’altro la scelta migliore: in questo modo potrà dare prova delle capacità delle persone che ha a disposizione per l’amministrazione della cosa pubblica, e senz’altro non potrà scaricare le responsabilità su Renzi, Alfano o su un CdA nominato dalla giunta Porro (che a nostro parere avrebbe dovuto dimettersi già a settembre), cosa che abbiamo letto molto spesso negli ultimi mesi.
Staremo a vedere. La sfida è senz’altro difficile ma Fagioli e la Lega l’hanno fortemente voluta durante tutta la campagna elettorale denigrando il lavoro svolto in precedenza (che peraltro ha ottenuto buoni risultati): la palla ora passa a loro e solo a loro. Chissà che l’impegno che dovranno profondere in questo compito non li distragga, almeno temporaneamente, dalla costante guerra ai poveri – e non alla povertà – che fino a oggi è l’unico elemento caratterizzante della nuova giunta leghista.