VIGILANTI NEL CENTRO DI SARONNO: ALCUNI ASPETTI DA CHIARIRE

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Ale Galli

Ale Galli

Responsabile comunicazione Tu@Saronno
Membro Commissione Sicurezza per Tu@Saronno. Mi occupo anche di mobilità sostenibile e partecipazione, ambiti che vorrei la politica prendesse maggiormente sul serio.

vigilantiLa stampa ha recentemente riportato il concretizzarsi di quanto ipotizzato nel corso della prima riunione della Commissione Sicurezza, a inizio luglio, ovvero che l’Amministrazione ha deciso di assumere alcuni vigilanti per la sorveglianza a piedi di alcune zone sensibili della città dalle 18 alle 20: stazione, corso Italia, piazza De Gasperi. Quello che abbiamo letto sulla stampa, però, ci lascia con qualche interrogativo.

Innanzitutto, vorremmo che fosse chiarito il ruolo di questi vigilanti. Per quanto ne sappiamo, non potranno svolgere operazioni di polizia o controllo ma semplicemente pattugliare le strade e segnalare alle forze dell’ordine situazioni pericolose o sospette. Non potranno, quindi, chiedere documenti o fermare chicchessia nemmeno in caso di flagranza di reato. È chiaro che la loro presenza possa essere rassicurante, per i cittadini che si trovassero a passare in determinate zone, ma capire cosa possano o non possano fare sarebbe molto utile anche per valutare l’efficacia dell’intervento in termini pratici.

Inoltre, non è chiaro quali saranno i percorsi di pattugliamento che svolgeranno e nemmeno come siano stati individuati. Da quanto letto, dovrebbero pattugliare, in tre coppie, la zona della stazione fronte/retro (tra piazzale Cadorna e via Ferrari), il corso Italia e l’area tra piazza De Gasperi e piazza La Malfa (la zona della giostrina, insomma). Non capiamo, per esempio, perché dal percorso pare siano state escluse via San Cristoforo e via Monti, vie molto frequentate dai saronnesi e nelle quali molti lavoratori dei negozi percepiscono insicurezza nel momento della chiusura delle attività. Forse l’Amministrazione si è avvalsa di dati statistici per stabilire questi percorsi. Se così fosse, purtroppo, ai membri della Commissione Sicurezza non sono stati forniti (esattamente come quelli relativi primi sei mesi dell’anno, letti nel corso dell’ultima Commissione, che a questo punto torneremo a richiedere). Di certo, non è stato organizzato alcun incontro pubblico con i cittadini per illustrare la proposta, e forse mai come in questa circostanza sarebbe stato il caso.

 

Senz’altro la situazione saronnese, di forte degrado nelle vicinanze della stazione, richiede l’approfondimento di tutte le opzioni disponibili, anche di quelle mai tentate, come questa, di cui si era già parlato nell’autunno del 2014 senza però arrivare a nulla di concreto. Qui si tratta di una sperimentazione che durerà, conti alla mano, circa quattro mesi e poi si vedrà se sarà valso l’investimento (20.000 euro per 1000 ore di servizio, una cifra non piccolissima a carico della collettività).

Resta da capire come si vogliano affrontare le criticità degli orari successivi a quello dell’arrivo dei pendolari, perché a nostro giudizio è dalle 20 all’1 di notte che ci sono le condizioni peggiori ma anche qui, senza statistiche, non possiamo che affidarci a quando raccogliamo dalle segnalazioni dei cittadini e dalla stampa. Al momento dovrebbe essere ancora attivo il “coprifuoco” dei bar – anche questo in fase di sperimentazione – ma non mancano, anche in questi giorni, le segnalazioni di rissa.

Un maggior presidio del territorio, in questo momento, è senz’altro utile, ma – in linea generale – la presenza di molte “divise” in un’area non è positiva, perché sta a testimoniare come in quell’area ci siano fattori di rischio. Purtroppo, è il caso del centro di Saronno. Per quanto riguarda questa iniziativa, considerando i vigilanti non potranno essere sempre dappertutto e osservare tutto, va anche verificata la loro efficacia. Come sempre, osserveremo con attenzione e faremo i rilievi del caso.

La visione della Lega sul tema, comunque, resta molto distante dalla nostra: la sicurezza di un’area non è un obiettivo che si raggiunge con il solo impiego di “truppe sul campo”. Esistono aspetti culturali, sociali e urbanistici (come la mobilità) che possono contribuire a migliorare la sicurezza e che abbiamo illustrato nel nostro programma. Di tutto questo, al momento, non c’è traccia nelle intenzioni di questa giunta.

 

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