ADDIO ALLA CITTÀ METROPOLITANA: SARONNO GUARDA IRRIMEDIABILMENTE AL PASSATO
Tu@Saronno
Ultimi post di Tu@Saronno (vedi tutti)
- PGTU: il momento delle osservazioni - 25 Gennaio 2024
- MOBILITÀ: LE ANALISI DEL PGTU CONFERMANO LE BUONE SCELTE SU VIA VARESE E PONTICELLI - 30 Ottobre 2023
- UN GRAZIE PER L’IMPEGNO DELLA CITTÀ CONTRO IL COVID - 3 Marzo 2023
Giovedì 27 ottobre 2016 il Consiglio Comunale di Saronno ratificherà la definitiva decisione di abbandonare il percorso che l’avrebbe portata a far parte della Città Metropolitiana di Milano, l’ente che dal 1° gennaio 2015 sostituisce la provincia di Milano. Una decisione “motivata” solo dalle poche righe di delibera di Consiglio Comunale che riporta la presenza di questa volontà nel programma elettorale della Lega il sostegno a questa scelta da parte alcune associazioni di categoria. Una scelta ampiamente annunciata dalla giunta leghista, che controverte quanto deciso dall’amministrazione Porro, di cui abbiamo fatto parte, e a cui siamo fortemente contrari: Saronno sta perdendo un’opportunità.
La decisione ha un carattere fortemente politico: la Lega, al di là di qualsiasi ragionamento di opportunità e di merito, vuole rimanere ancorata a quello che resta della propria egemonia nella natia provincia di Varese nella quale – parole del sindaco Fagioli – “Finalmente contiamo come Busto e Varese”. Quali siano le basi di questa affermazione, a oggi, nessuno lo sa, soprattutto dopo che provincia e relativo capoluogo sono ora gestiti dal centrosinistra.
Saronno sotto Varese, in ogni caso, è una scelta imposta nel 1927, in pieno Ventennio, durante il quale la città lasciò la provincia di Milano e venne designata come polo aggregativo del territorio, annettendo i comuni di Uboldo, Origgio e Gerenzano sotto la propria giurisdizione.
La realtà, però, è che Saronno è rimasta sempre ai confini dell’impero, incastrata tra quattro province e con gravissimi problemi legati alla gestione di tutte le politiche sovracomunali. Non solo: la città, oggi più che mai, guarda a Milano per le attività lavorative, le università, la cultura, gli spostamenti e ha rafforzato negli anni lo storico ruolo di polo essenziale per i collegamenti sul territorio. Oggi anche internazionali, grazie al passaggio del Malpensa Express. La Saronno del XXI secolo avrebbe tutte le qualità per diventare una vera e propria “porta di accesso” per Milano, che è diventata nel giro di pochi anni una delle città più interessanti e ambite dal turismo internazionale al punto da superare Roma per ricettività turistico alberghiera.
Ma Saronno non potrà cogliere appieno il traino di Milano e dovrà lasciare per strada pezzi importanti dell’indotto – in termini economici – che un rapporto più stretto con essa avrebbe potuto portare. Purtroppo, infatti, resterà fuori da qualsiasi tavolo della Città Metropolitana e non verrà coinvolta nei progetti che la riguarderanno. Niente infrastrutture, niente opportunità di sviluppo lavorativo, niente inserimento in percorsi culturali, turistici, ambientali. Saronno guarderà a Varese mentre la più piccola e vicina Caronno Pertusella passerà sotto Milano. Lo scenario in cui Saronno, Caronno e Solaro (quasi 80.000 abitanti in totale) avrebbero potuto unirsi sotto la stessa provincia e diventare forti capofila per il resto del territorio circostante (meno di 30.000 abitanti) non si verificherà.
Per noi è un’occasione persa, e con ogni probabilità irrimediabile per i prossimi cinquant’anni.
Quali siano i piani della giunta per rendere grande Saronno sotto Varese (cosa che evidentemente non è stata possibile per 90 anni) non ci è dato di sapere, ma a questo punto non possiamo far altro che stare a vedere. Noi voteremo contro, il resto sarà storia. Una storia i cui autori ci sono già oggi ben noti.