MANCANO I FONDI? LA COLPA È DEI CORROTTI

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Corruzione, ovvero la sempre più evidente invasiva e resistente trama anti mercato, anti sviluppo, anti lavoro e naturalmente anti opere pubbliche. In una parola la piaga malefica che avvolge da anni l’Italia e impedisce che il nostro Paese riparta rinnovato e in maniera sana, trasparente, decisa e che possa fornire strutture e servizi a costi non gonfiati. Danimarca, Nuova Zelanda, Finlandia, Svezia, Norvegia, Singapore, Svizzera, Olanda, Australia, Canada sono nell’ordine i dieci paesi più virtuosi secondo il “Corruption Perception Index 2013”. L’Italia si trova solo in 69° posizione, insieme a Romania e Kuwait. Cinquantasette percento (57%) la stima della lievitazione dei costi per il G8 della Maddalena, e quaranta percento (40%) l’aumento del costo delle grandi opere a causa della corruzione, secondo TG24 Sky. Solo undici (11) i detenuti condannati per corruzione su di una popolazione carceraria di 60.000 persone; 7,5 anni i tempo di prescrizione per i reati di corruzione, nonostante passino in media 8,5 anni tra reato e sentenza d’appello.
Non è solamente una questione di odiose “mazzette”, di soldi facili e sporchi che qualcuno intasca anche esentasse. Corrompere vuol dire infatti distorcere il mercato danneggiando gli onesti e aumentare i costi di fornitura di qualsiasi struttura o servizio pubblico. Vuol dire sottrarre denaro pubblico che non può essere impiegato per sostenere la spesa sociale e i necessari servizi, in primis la sanità. Scarseggiano i fondi per i disoccupati, per un ospedale o per pagare nuovi poliziotti che garantiscano la sicurezza nelle nostre città? I corrotti aggravano il problema sottraendo importanti risorse alla collettività. Un circolo vizioso che parte purtroppo a volte dai vertici dello Stato e che, inevitabilmente, ci interessa tutti, anche noi saronnesi.
Ogni persona di buon senso e soprattutto onesta, penserebbe che la corruzione sia uno dei primi problemi da aggredire e cercare di risolvere in Italia, insieme alla crisi economica, alla povertà e al degrado e dissesto del territorio. Purtroppo non è così. Purtroppo nonostante i problemi che la corruzione comporta, in primis il degrado della società civile, il testo del Decreto anti-corruzione presentato il 15 marzo 2013 è fermo in Parlamento da oltre 2 anni. Il presidente del Senato ha dichiarato: “Finito il tempo di mediazioni e accordi al ribasso”. Non possiamo che essere solidali con Piero Grasso e, augurandoci che gli venga resa ragione, sperare che i partiti finalmente facciano loro il problema e convergano su questo tema nell’interesse di tutti.
Franco Casali – Candidato sindaco per Saronno
#pubblicoèbello