MURI DA COSTRUIRE E MURI DA DEMOLIRE
Franco Casali
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C’é chi i muri li costruisce, e chi li demolisce. Sin qui niente di male, dipende quali muri si vogliono costruire e quali abbattere.
A Saronno l’amministrazione comunale ha deciso, con il contributo finanziario di un cittadino che vuole restare anonimo (ma non poteva pensare a finanziare qualcos’altro?), di demolire gran parte dello storico muro del Parco Francesco de’ Rocchi di Piazza Unità d’Italia, meglio conosciuto come “Parco dei Frati”. Il tutto non é passato in alcuna Commissione Comunale per una opportuna discussione, ed ha invece avuto un veloce passaggio in Consiglio Comunale per la sola variazione di bilancio in entrata.
Un conto era aprirvi un paio di piccole “finestre”, che ci potevano anche stare, altro é demolirlo quasi tutto. L’hortus conclusus, in italiano “giardino recintato”, é una forma tipica di giardino, prevalentemente medievale, legato soprattutto a monasteri e conventi. E appunto così l’aveva voluto chi l’aveva costruito.
L’antico muro di questo “hortus conclusus”, costruito con maestria e senso estetico in pietre di fiume che facevano bella vista di sé dall’interno del Parco, aveva la funzione di riparare il giardino e le piante officinali, i fiori e cespugli dai venti del nord, permettendone la sopravvivenza e la crescita, ma proteggeva il giardino e chi vi sostava anche dai rumori e dalla vista della strada.
Se la prospettiva ora potrà essere forse più bella dalla strada, di certo non lo sarà dal Parco, esposto alla vista di un brutto non luogo (altro che “piazza”), e delle numerose auto che vi sfrecciano coi relativi rumori, oltre che dai venti.
Ma con questa demolizione si voleva valorizzare il Parco de Rocchi o il non luogo Unità d’Italia, che tutto é, tranne che una piazza?